lunedì 22 marzo 2010

CEMENTIFICAZIONE SUI LAGHI



Spesso la saggezza popolare coglie nel segno: “sono sempre le cose più belle ad andarsene per prime”. Coglie nel segno soprattutto quando si parla di paesaggio: sono i luoghi più belli del nostro patrimonio a essere oggi maggiormente aggrediti dalla “speculazione” edilizia. Una “speculazione” nel vero senso del termine, perchè si tratta del consumo di un bene comune quale il suolo (il verde, i campi coltivati) a vantaggio di un attore economico rispondente a una finalità di profitto per pochi. Troppo pochi, se paragonati al valore della risorsa sottratta. Caso emblematico è quello delle seconde o terze case, poco abitate e usate, sempre più spesso colpevoli di cancellare con la loro estensione l'identità del territorio aggredita dalla "speculazione" edilizia, non a caso una delle "brutture" più votate dagli italini nel cnsiento del FAI "I Luoghi del Cuore 2008".

L'esempio dei laghi lombardi, che si stanno via via trasformando in “laghi di cemento”, è molto indicativo. Partiamo dal Lago di Garda, le cui coste sono ormai ricoperte di costruzioni per lo più di edilizia abitativa sfruttata unicamente nei fine-settimana. Lascia perplessi, dinnanzi all'incantevole bellezza dei luoghi, la qualità architettonica di questa “crescita”. Non si riesce mai a leggervi continuità linguistica, che rappresenta la radice su cui fondano la loro bellezza i nostri borghi.
Per giunta, molti interventi si offrono sul mercato come maldestri tentativi di valorizzazione del territorio:

il “cannocchiale ottico” fatto di villette che “valorizza” la settecentesca chiesa di Santa Maria Assunta a Manerba (BS), al posto del paesaggio verde su cui da secoli dominava;
la cascata naturale, sempre a Manerba, “incorniciata” da un vistoso condominio;
le sei ville con piscina a Moniga, la cui costruzione è stata fermata dal Soprintendente Luca Rinaldi, che avrebbero potuto “valorizzare”, assediandola, la suggestiva Rocca.
Anche sulle acque del Lago di Como incombe un serpeggiante e continuo fiorire di nuove edificazioni e di progetti faraonici per la “valorizzazione” del lago:

a Lecco, il progetto di un porto in stile Montecarlo è stato fermato più di un anno fa, anche grazie al significativo contrasto del FAI, ma l'attento capo delegato di Lecco, Gianfranco Scotti, ha già colto indizi di un possibile ritorno della proposta;
Villa Berera, Villa Bellemo, Villa Caldirola a Lecco e Villa Roccabruna a Blevio dimostrano come l'avanzata del cemento investa anche le ville storiche che spesso vengono deturpate in nome del raggiungimento della massima redditività;
a Lenno, l'Amministrazione Comunale ha previsto un'espansione edilizia sulla penisola del Lavedo e un incremento di volumetria nei pressi dell'abbazia dell'Acquafredda in “nome” di forme compensative che mai avrebbero potuto ripagare la perdita della risorsa suolo né della qualità paesistica;
il Comune di Menaggio sta per essere riempito di villette, resort, case-vacanze, con nomi accattivanti come “Country Club” o “Le Pergole”, divorandone la montagna e i boschi, in cambio della promessa di investimenti sicuri con “vista meravigliosa”;
a Mezz'egra, il nuovo Piano di Governo del Territorio già prevede nuove aree edificabili e il passaggio della nuova Statale Regina innesca il sospetto che siano in previsione nuove colonizzazioni edilizie.
E il lago Maggiore? Cambia il panorama, ma non quello del piano edilizio. Uno su tutti, il caso di Gemonio, dove a cornice della bellissima basilica di San Pietro, ad accogliere l'occhio del visitatore ci sarà a breve un centro commerciale: una valorizzazione creativa anche questa?
dal sito: http://www.fondoambiente.it/attualita/lungo-le-sponde-desolanti-dei-laghi-di-cemento.asp

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