giovedì 4 marzo 2010

UN ARTICOLO DI STEFANO MONTANARI


(ANSA) - ROMA, 28 FEB - Un bambino su 5-600 nel mondo occidentale va incontro a una patologia neoplastica: è la seconda causa di morte nell'infanzia dopo gli incidenti, la prima per patologia nei bambini, ed alcuni studi hanno dimostrato il legame con l'esposizione agli agenti inquinanti, anche dei genitori, mentre in Italia i dati sono ''ancora più preoccupanti''. Lo afferma, in un'intervista sul quotidiano ecologista Terra, Ernesto Burgio , coordinatore del Comitato scientifico di Isde Italia, l'associazione dei medici per l'ambiente. "Ancor più significativo - spiega Burgio - è il dato sull'incremento dei linfomi: se in Europa è dello 0,9%, in Italia è addirittura del 4,6% annuo. Alcuni ricercatori dell'Environmental Health Institute

hanno calcolato che nei primi 2 anni di età abbiamo un incremento 8 volte superiore a quello atteso''. E quest'aumento, sottolinea l'esperto, ''non può che riflettere l'esposizione genitoriale a numerosissimi fattori ambientali cancerogeni o pro-cancerogeni". L'esposizione, ad esempio, a metalli pesanti e al particolato ultrafine, prodotti dal traffico veicolare, dagli inceneritori e da altri grandi impianti, dice ancora l'esperto, ''crea le premesse alle mutazioni che daranno origine ai tumori''. E' dunque quest'inquinamento di base, conclude Burgio, che ''va combattuto attraverso la prevenzione primaria".(ANSA).


Ho voluto riportare per intero il lancio dell’ANSA sottolineando (l'ho fatto io) la frase sui genitori.

Chi ha letto i miei libri, chi viene alle mie conferenze sa che io sostengo questi fatti, peraltro palesi, da anni, e le poche righe di cui sopra non sono che l’ennesima riprova, di cui, peraltro, non c’era bisogno, di una cialtroneria che sconfina ampiamente nella delinquenza impunita. Ma io sostengo pure che i cancri non sono che la punta dell'iceberg e che sotto c'è molto, molto di più. Spero che qualcuno se lo ricordi.

Nascondere l’evidenza può essere ingenuo, ma nasconderla per i motivi abbietti di far intascare quattrini a qualcuno che, nel caso particolare e come aggravante, di quattrini non ha alcun bisogno, è delitto degno di essere sanzionato con l’allontanamento dal consorzio umano.

E, invece, sono proprio quei personaggi, quelli che si prestano a delinquere così, a riscuotere i più grandi dei successi, ad avere seguito e, per soprammercato, ad essere sepolti di denaro magari, ironicamente, ricavato da quegli orrori che sono le “maratone della solidarietà”. Nomi? A che serve? Quei nomi li conosciamo tutti.

Approfittando delle debolezze della psiche, quelli ci danno ad intendere che va tutto bene, che basta evitare qualche alimento e la salute è garantita, che chi sostiene che l’inquinamento sta provocando disastri è nient’altro che un terrorista, come se il terrorista fosse non chi mette le bombe ma chi tenta di disinnescarle, che “si sono scritti libri e libri…”

E, a sostegno di questo copione, ecco spuntare indagini epidemiologiche che definire grottesche e fermarsi lì sarebbe un atto di pietà; ecco pingui stanziamenti di quattrini pubblici dedicati ad ingrassare chi, prostituendosi, quelle indagini confeziona; ecco i tanti, troppi, enti mantenuti da chi paga le tasse che dovrebbero occuparsi di ambiente che i fatti un po’ li taroccano, un po’ li nascondono e un po’ li ignorano; ecco i “politici” analfabeti che “tranquillizzano” il popol bruto e passano alla cassa; ecco gl’imprenditori da avanspettacolo e i faccendieri da fiera che diventano eroi nazionali “liberandoci dai rifiuti”; ecco i giornalisti pennivendoli che tengono famiglia e sanno perfettamente come autocensurarsi facendo passare notizie solo di ciò che è funzionale agl’interessi dei tanti vossia senza preoccuparsi se quasi sempre si tratta di bufale ; ecco i topolini ansiosi di rincorrere i pifferai magici che si prodigano perché le ricerche scientifiche su questi argomenti siano imbavagliate…

E noi? Noi pesciolini costretti a vivere in una vasca da cui non si scappa, una vasca in cui sguazzano però, nella loro spocchiosa sventatezza suicida, anche i pesci di cui sopra, non possiamo continuare ad inghiottire tutto quel veleno e, per soprammercato, ad essere chiamati a saldare beffardamente il conto. Dobbiamo riappropriarci del nostro mondo, se è il caso cominciando a prendere a picconate certi monumenti spuri, anche se questo significherà gettare la coperta di Linus. Poi dobbiamo cominciare ad acquisire o a rispolverare le conoscenze scientifiche che vengono calpestate ogni giorno anche (e, soprattutto) in quelli che dovrebbero essere i templi della scienza: le università. Insomma, è ora di svegliarci!

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